A distanza di un anno circa dall'ultimo post sul tema, mi ritrovo ad annunciare con grande soddisfazione e un pizzico di orgoglio personale la nuova immagine STEFANEL on line!
Un grande progetto nato dalla volontà di pensare in ottica digitale e proporsi on line con una strategia web integrata, non semplicemente un restyling grafico o un adattamento alle mode del momento.
Ma più di tutto, il go live del nuovo progetto segna l'inizio di una nuova era e un grande passo avanti della cultura aziendale!
Che dire?! Eppur si muove...
un'occasione di libera espressione, discussione e anche polemica sul variegato mondo del marketing nell'era digitale, inteso come particolare punto di vista sulla realtà e sul vivere aziendale, che passa attraverso la ricerca e la comunicazione.
mercoledì 14 dicembre 2011
sabato 5 novembre 2011
Anche la moda diventa social
Un mondo notoriamente chiuso in se stesso, che aveva sempre guardato con distacco e snobismo chiunque fosse outsider, ha dovuto abbassare il suo sprezzante sguardo, carico di giudizio, e abbandonare tutte le espressioni di autocompiacimento.
mercoledì 13 luglio 2011
Falsi miti e verità sui social
1.
Una brand community è una strategia di marketing. NO! Una brand community è una strategia di business!
2.
Una community di marca è utile al business. NO! Una community di marca è utile alle persone che ne fanno parte!
3.
Consolida il brand e la community lo seguirà. NO! Bisogna definire la community e il brand sarà più forte!
4.
Una brand community dev'essere uno scambio continuo di affetto e buoni sentimenti per i fedeli sostenitori del brand. NO! Le aziende intelligenti abbracciano i conflitti da cui la community trae beneficio!
5.
Gli opinion leaders costruiscono community forti. NO! Le community sono più forti quando ciascun membro partecipa attivamente.
6.
I social networks on line sono la chiave di una strategia di community. NO! I social network on line sono solo uno strumento e non la strategia.
7.
Le brand community di successo sono gestite direttamente e controllate. NO! Le community sfuggono al controllo manageriale.
Harvard Business Review 07-05-2009 p. 105; 7 p
Una brand community è una strategia di marketing. NO! Una brand community è una strategia di business!
2.
Una community di marca è utile al business. NO! Una community di marca è utile alle persone che ne fanno parte!
3.
Consolida il brand e la community lo seguirà. NO! Bisogna definire la community e il brand sarà più forte!
4.
Una brand community dev'essere uno scambio continuo di affetto e buoni sentimenti per i fedeli sostenitori del brand. NO! Le aziende intelligenti abbracciano i conflitti da cui la community trae beneficio!
5.
Gli opinion leaders costruiscono community forti. NO! Le community sono più forti quando ciascun membro partecipa attivamente.
6.
I social networks on line sono la chiave di una strategia di community. NO! I social network on line sono solo uno strumento e non la strategia.
7.
Le brand community di successo sono gestite direttamente e controllate. NO! Le community sfuggono al controllo manageriale.
Harvard Business Review 07-05-2009 p. 105; 7 p
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domenica 19 giugno 2011
Una lettura interessante
OLTRE IL CRM
La customer experience nell'era digitale. Strategie, best practices, scenari del settore moda e lusso (Campus della Moda e Fashion Innovation)
A cura di Michela Ornati
in collaborazione con Fabio O. BernardiniTra i vari contributi, anche il caso Stefanel.
Link utili:
> il blog di Michela Ornati
> intervista su ninjamktg
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lunedì 13 giugno 2011
Social di qualità
Ultimamente nei blog e nei social di marketing si parla sempre di più di social circle e utilizzo dei social in ottica di marketing davvero relazionale, fino ad arrivare ad un vero e proprio work in progress esistenziale basato su una vita in condivisione (o una vita condivisa?). Ma non sarà un purismo un po' utopico?
Sono da sempre convinta del grande valore della rete in termini di trasparenza e onestà intellettuale, seppur consapevole delle logiche che governano l'indicizzazione su Google, del ruolo di AdWords, del proliferare dei redazionali sui blog, etc. Rimango comunque dell'idea che, almeno in linea teorica, i suggerimenti alle aziende sia di agire nel rispetto delle regole del web e non con l'obiettivo di imporre il proprio controllo; altrettanto vero che se l'engagement dell'utente web si fonda su dei contenuti di reale interesse e se c'è una reale condivisione con i valori del brand, il gioco è fatto!
Eppure... in un'epoca di crisi di valori e di relazioni basate sulla mera apparenza, non è realistico pensare che il valore sociale dell'individuo si fonda sul numero di amici su FB (I like della fanpage aziendale) piuttosto che sulla qualità delle relazioni? Non è che nel pianificare la perfetta strategia di social media marketing, stiamo sopravalutando le aspettative dei potenziali consumatori finali?
Una voluta provocazione, ma per concludere un po' di sano ottimismo:
Dai commenti di una discussione su Social Media Marketing|Italia - Benevenuta web generation, leggo: "se il referendum raggiungerà il quorum lo dovrà solo ed esclusivamente alla Rete ed alla Web Generation..."
Come tutti sappiamo, nessuno ci credeva eppure:
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