mercoledì 3 febbraio 2010

Web marketing per piacere o per lavoro?

Fattore comune alla base di molti degli esperti e addetti ai lavori del web marketing è sicuramente la passione personale per le nuove tecnologie, internet e in particolare il web 2.0.; ma che succede quando la passione personale, che muove l'agire del web manager, diventa obiettivo fine a sè stesso? Al di là dei limiti di budget che inevitabilmente ci riportano alla realtà, esiste una linea di sicura demarcazione tra la sperimentazione per l'impresa e la sperimentazione per puro piacere personale?

La risposta più ovvia coincide con la capacità di conseguire risultati: risultati per l'impresa, risultati in termini di contatti, risultati in termini di traffico, risultati in termini di vendite. Ma proprio a questo punto sorge un dubbio: risultati in termini di vendite?! Molto più spesso, anche solo per semplicità nel tracciare i risultati, le iniziative di web marketing sono volte ad incentivare il traffico on/off-line, aumentare la notorietà del brand, raccogliere profili degli utenti, etc. Ma non direttamente generare fatturato. Del resto per valorizzare i risultati di un'iniziativa web sarebbe corretto procedere con un'analisi di tipo differenziale, ma le obiezioni che ne deriverebbero giustificano l'omissione.

Notorietà, contatti, traffico e profili di nuovi utenti sono solo una scusa per giustificare il piacere della sperimentazione? Forse che la difficoltà di valutare e tracciare i risultati prettamente economici delle iniziative di web marketing costituisca, infine, il vero limite delle stesse? O forse il mondo virtuale ha raggiunto una tale complessità e ampiezza per cui il concetto stesso di efficienza dovrebbe essere rivisto? O forse i risultati di vendita appartengono ad un mondo, quello off-line, ormai troppo lontano e difforme dalla realtà virtuale perchè si possa stabilire una relazione diretta?