lunedì 13 giugno 2011

Social di qualità

Ultimamente nei blog e nei social di marketing si parla sempre di più di social circle e utilizzo dei social in ottica di marketing davvero relazionale, fino ad arrivare ad un vero e proprio work in progress esistenziale basato su una vita in condivisione (o una vita condivisa?). Ma non sarà un purismo un po' utopico?
Sono da sempre convinta del grande valore della rete in termini di trasparenza e onestà intellettuale, seppur consapevole delle logiche che governano l'indicizzazione su Google, del ruolo di AdWords, del proliferare dei redazionali sui blog, etc. Rimango comunque dell'idea che, almeno in linea teorica, i suggerimenti alle aziende sia di agire nel rispetto delle regole del web e non con l'obiettivo di imporre il proprio controllo; altrettanto vero che se l'engagement dell'utente web si fonda su dei contenuti di reale interesse e se c'è una reale condivisione con i valori del brand, il gioco è fatto!
Eppure... in un'epoca di crisi di valori e di relazioni basate sulla mera apparenza, non è realistico pensare che il valore sociale dell'individuo si fonda sul numero di amici su FB (I like della fanpage aziendale) piuttosto che sulla qualità delle relazioni? Non è che nel pianificare la perfetta strategia di social media marketing, stiamo sopravalutando le aspettative dei potenziali consumatori finali?

Una voluta provocazione, ma per concludere un po' di sano ottimismo:
Dai commenti di una discussione su Social Media Marketing|Italia - Benevenuta web generation, leggo: "se il referendum raggiungerà il quorum lo dovrà solo ed esclusivamente alla Rete ed alla Web Generation..."
Come tutti sappiamo, nessuno ci credeva eppure:

Nessun commento: